Sono molti che si domandano perché rifare l’impianto idraulico essendo una spesa non proprio economica. Tuttavia ci sono dei vantaggi nella ristrutturazione di tale impianto.
Oggi vediamo vantaggi, svantaggi e perché rifare l’impianto idraulico.
L’impianto idraulico è costituito da tutti gli elementi che gestiscono l’approvvigionamento idrico e il trattamento dell’acqua all’interno dell’edificio.
L’acqua viene utilizzata nei bagni, nelle cucine, nelle lavatrici, nelle lavastoviglie… ma anche per i termosifoni. Quindi, quando si parla di rifare l’impianto, bisogna prima essere chiari a quale parte del sistema di gestione dell’acqua ci si riferisce, e per fare questo è necessario conoscere almeno quali sono gli elementi principali dell’impianto idraulico.
Come sono fatti gli impianti idraulici
Il punto di partenza della tua tubatura è ovviamente il contatore. Negli appartamenti, fino a diversi anni fa, i contatori per le varie utenze venivano installati in appartamenti separati: in casa si possono trovare una o più nicchie con contatore Enel, contatore gas e contatore acqua.
Ora, invece, i fornitori di servizi richiedono che tutti i contatori siano centralizzati in appositi “cassetti” direttamente fronte strada: questo facilita la manutenzione e il monitoraggio dei consumi.
Quindi il tuo contatore dell’acqua può essere a casa tua o direttamente in strada con tutti gli altri, a seconda della storia della proprietà.
Tutto a monte del contatore è di proprietà e capacità del gestore del servizio idrico cittadino, e tutto a valle è di tua proprietà e capacità.
L’impianto idraulico di casa tua
Una volta all’interno del tuo appartamento, l’impianto idraulico è composto da una precisa serie di elementi. Vediamo quali sono le parti principali che compongono il sistema base. Ovviamente può variare a seconda delle dimensioni del tuo appartamento e del numero di terminali collegati (punti acqua).
L’impianto è solitamente diviso in due parti da un rubinetto: un tubo è collegato alla caldaia per il riscaldamento e l’altro tubo è direttamente collegato al terminale.
Di solito escono dalla caldaia altri due tubi separati:
- un circuito di riscaldamento (normalmente chiuso: cioè l’acqua calda esce dalla caldaia, ritorna alla caldaia fredda per il post-riscaldamento dopo che il calore è stato rilasciato dal radiatore o terminale che hai installato in casa)
- il secondo tubo porta l’acqua calda al terminale
I sistemi a questo punto possono essere di due tipi:
- collettore (il più comune in assoluto)
- di derivazione.
In un impianto a collettori, ogni singola unità è collegata ad un collettore che distribuisce acqua calda e fredda (in casa può essercene più di una…) e, a seconda del tipo di terminale, riceve sia acqua fredda che calda (es. un lavandino riceve entrambi, mentre il gabinetto riceve solo freddo).
In un sistema derivato, le tubazioni dell’acqua calda e fredda corrono parallele sotto il massetto, lungo tutta la casa, creando una sorta di anello che “deriva” per arrivare all’acqua quando trovano gli impianti idraulici lungo la strada.
Un rubinetto che esaurisce l’acqua e impianti idraulici (lavelli, bidet, docce, ecc.) che raccolgono l’acqua e la immettono negli scarichi rete di drenaggio che consegna l’acqua sporca ai punti di raccolta negli appartamenti
Puoi pensare ad un impianto idraulico come ad una lunghissima sequenza di tubi e diramazioni il cui unico scopo è fornirti quei pochi centimetri d’acqua che separano il rubinetto dall’uscita sanitaria.
Rifare l’impianto idraulico: piano dell’appartamento
Solitamente in una rete pubblica la pressione dell’acqua è di circa 5-6 bar, mentre in un appartamento dovrebbe essere compresa tra 3-3,5 bar per evitare lo scoppio dei tubi e il rumore.
Sebbene questa sia superiore alla pressione di partenza ideale, l’acqua può raggiungere i piani superiori di appartamenti abbastanza alti con potenza inferiore.
In questo caso, come impianto ad appartamento, vengono installate delle autoclavi (una o più, a seconda del numero dei piani), che hanno lo scopo di garantire la stessa pressione su tutti i piani. Anche in questo caso, non è raro avere problemi, soprattutto ai piani inferiori.
In questi casi bisogna installare un riduttore di pressione dopo il contatore dell’acqua o il rubinetto principale per riportare la pressione dell’acqua al valore desiderato.
La velocità del flusso d’acqua nel tubo è strettamente correlata alla pressione e dovrebbe essere compresa tra 0,7 e 2,0 metri al secondo.
In ogni caso, per non produrre rumori sgradevoli, si raccomanda di non superare 1,5 metri al secondo.
Il diametro dei tubi che compongono una rete idraulica si misura in pollici: 1 pollice equivale a 2,54 centimetri.
I diametri più comuni sono
- 1/2 pollice
- 1 pollice
- 2 pollici
I materiali dei tubi possono essere di vario tipo:
- Acciaio zincato: molto resistente, ma usato raramente al giorno d’oggi
- Rame: inoltre molto resistente, facile da posare anche se necessita di saldatura, ha ottime proprietà antibatteriche
- Materie plastiche (PE, PVC, PP): posa rapida, leggere, maneggevoli, garantiscono basse perdite di carico (per reti di drenaggio in appartamenti)
- Multistrato: uniscono tutte le proprietà precedenti e sono oggi l’impianto idraulico più diffuso nelle residenze
Un cartello che vi dice che l’impianto idraulico è da rifare
Rifare impianti idraulici: segni che ti dicono che è ora
L’impianto idraulico può essere sostanzialmente suddiviso in quattro parti distinte:
- Rete, ovvero tubazioni, che trasportano solo acqua fredda dagli acquedotti alle caldaie e/o collettori o diramazioni
- Sistema di distribuzione interno per una distribuzione precisa dal collettore agli impianti idraulici o dai circuiti derivati
- Circuito di riscaldamento fornito da tubazioni e terminali (es. radiatori) in partenza e ritorno in caldaia
- Sistemi di raccolta e scarico delle acque reflue
La spina dorsale dei sistemi di distribuzione sono essenzialmente parte dello stesso sistema, il sistema di approvvigionamento idrico, mentre i sistemi di raccolta e scarico sono sistemi fisicamente separati.
Rifare l’impianto idraulico di casa è spesso associato alla ristrutturazione dei bagni: in parte è vero, perché l’impianto idraulico serve a questo tipo di ambiente, ma non si può dimenticare la cucina e l’eventuale lavanderia.
Quindi se i lavori di ristrutturazione idraulica sono propriamente legati ai lavori di ristrutturazione dei bagni, bisogna pensare anche ai lavori di ristrutturazione della cucina e di tutti i locali dove arriva l’acqua, in modo da avere un impianto completamente nuovo (e quindi presumibilmente risolvere tutti i problemi).
Identificare i segnali di rifacimento di una tubazione non è facile, soprattutto se non si è esperti del settore e non ci sono problemi evidenti con il sistema. La soluzione in questo caso sono le termocamere così come facciamo noi per la ricerca di perdite acqua a Roma.
I principali problemi che potresti riscontrare andando a fare un check completo sono l’età anagrafica dell’impianto.
Dopo anni di funzionamento, potresti riscontrare frequenti rotture che causano perdite d’acqua che inondano non solo la tua casa, ma anche i tuoi vicini.
Spesso, la soluzione a queste perdite è una semplice soluzione a un singolo problema.
Alle volte però è la risposta sbagliata: infatti, gli impianti molto vecchi, un singolo punto di correzione significa che lo stesso problema riapparirà altrove (ma non si sa mai cosa sarà finché non si verificherà il problema).
Ovviamente, se si tratta di un problema occasionale, la soluzione giusta potrebbe essere risolverlo, ma se il problema inizia a diventare più frequente, la soluzione naturale è proprio quella di rinnovare l’intero impianto idraulico.
Altri segnali che potrebbero segnalare la necessità di rifare l’impianto idraulico, prima di dover spendere molti soldi per pagare i vicini, potrebbero essere:
- Non appena si apre il rubinetto, l’acqua che esce è sporca. Ciò significa che i tubi sono vecchi, possono essere realizzati con materiali non più utilizzati (ferro? piombo?) e rilasciano materiali inquinanti dannosi per la salute;
- Se l’acqua una volta asciutta lascia una patina bianca significa che è molto calcarea. Il calcare può depositarsi nei tubi e causare problemi (intasamento, fragilità, ecc.) nel corso degli anni. Per i sistemi obsoleti, questo segnale dovrebbe convincerti a intervenire;
In questo senso, altri elementi che potrebbero darti una dritta potrebbero essere il materiale di cui è fatto il tuo attuale impianto: se è vecchio, la parte di adduzione potrebbe essere ferro o piombo, e la parte della maniglia potrebbe essere piombo.
Se la fornitura di ferro può essere dannosa per la salute (provocando ruggine) quanto il piombo (un valore di concentrazione superiore a tale valore è molto dannoso), il piombo nella sezione di scarico può essere costantemente a rischio di rottura per corrosione.
Anche se non ci sono problemi evidenti, la ristrutturazione delle canalizzazioni può essere una soluzione da considerare: infatti fino a circa 30 anni fa il sistema di distribuzione (le canalizzazioni) non era coibentato.
La coibentazione ha un duplice scopo:
- evitare inutili dispersioni di calore dalle tubazioni (sprecare l’acqua calda che si produce pagando bollette alte non è il massimo!)
- evitare la formazione di condensa lungo le tubazioni (dove scorre l’acqua fredda), che può inumidirsi l’accumulo
- problemi di costruzione e massetto.
Rimuovere l’impianto idraulico esistente
Un approccio sbagliato è quello di non smontare le tubature esistenti, ma limitarsi a rimuovere i componenti che interferiscono con le nuove tubature che devono costruire.
Il miglior consiglio è di smontare completamente il vecchio impianto per evitare di avere tubi in parte vecchi e abbandonati, in parte nuovi e funzionanti all’interno delle murature.
Infatti la presenza di molti tubi può da un lato indebolire le pareti, e dall’altro creare problemi nella manutenzione e installazione delle mensole e/o pensili.
La rimozione completa del vecchio sistema di tubazioni deve riguardare componenti di alimentazione e scarico, tra cui:
- Rimozione di rivestimenti esistenti in bagni e cucine
- Rimuovere i pavimenti del bagno e, se necessario, i pavimenti della cucina
- Tracce aperte nelle pareti per rimuovere gli impianti idraulici ed eventuali altri elementi che compongono l’impianto (es. serbatoio del wc)
- Rimuovere il massetto sul pavimento della stanza con il pavimento rimosso per rimuovere eventuali tubature esistenti
Questa fase, da svolgere in modo efficiente, comporta quasi sempre lo smantellamento completo del bagno, dove vi è la maggior parte del lavoro idraulico.
Rifacimento dei sistemi di tubazioni
Una volta terminato lo smantellamento generale, si può passare alla ricostruzione del nuovo impianto idraulico.
Fin dalla prima fase di predisposizione dell’impianto di approvvigionamento idrico, è necessario conoscere marca e modello dei sanitari che verranno installati nel bagno.
Questo è fondamentale perché secondo le specifiche tecniche, i punti di mandata e scarico dell’acqua devono essere posizionati correttamente.
Valutare la pressione dell’acqua che entra nell’impianto idraulico e la concentrazione di calcare.
Se la pressione è superiore a 3,5 bar, prevedere di installare un riduttore di pressione, mentre se la concentrazione della bilancia è alta, prevedere l’installazione di un addolcitore d’acqua.
Un aspetto a cui prestare particolare attenzione è il sistema di drenaggio: poiché funziona per gravità, cioè l’acqua scorre verso il basso, tutte le tubazioni devono essere inclinate per evitare ristagni.
Pratiche edilizie necessarie per rifare gli impianti idraulici
Anche con una operazione per rifare all’impianto idraulico, devi fare pratica di costruzione.
Il Testo Unico per le Ristrutturazioni (DPR n. 380/2001), regola tutte le procedure amministrative legate al settore edile.
La legge classifica le opere in “classi di intervento” e ci dice nella sezione 3:
Nel caso in cui tu stia ristrutturando un impianto idraulico, è come se ne stessi costruendo uno da zero, quindi rientri in questa categoria di intervento.
Un’altra cosa da fare è definire se e quale pratica architettonica è necessaria e quale dovrebbe essere. All’articolo 6bis la legge prevede che tutti gli interventi di manutenzione straordinaria che non comportino opere strutturali siano oggetto di avviso di inizio lavori certificato (cd CILA).
Pertanto, rifare l’impianto di tubazioni richiede l’esercizio della CILA nel rispetto della normativa amministrativa.
Chi esegue la ristrutturazione dell’impianto idraulico?
Artigiani per ristrutturazioni impianti idraulici: idraulici e ditte edili con professionisti idonei all’interno.
Solitamente un’impresa edile è meglio attrezzata per tutto il lavoro da svolgere rispetto al singolo artigiano.
Costo di ristrutturazione di un impianto idraulico
Quanto costa rifare un impianto idraulico? Non è facile quantificarlo perché, come puoi vedere, per fare una ristrutturazione completa, entrano in gioco molte variabili, molte delle quali riguardano le specificità della tua casa.
Ad esempio, se hai solo un piccolo bagno con servizi molto semplici, sarà molto meno costoso rifare l’impianto idraulico se hai più bagni in casa.
- Il costo per la rimozione di intonaco e piastrelle dalle pareti è di circa 15-20 euro al mq
- Per la rimozione di tutti i pavimenti e massetti dovrai spendere dai 25 ai 35 euro al metro quadro
- Per rimuovere e smaltire tubi, sanitari e rubinetti, dovrai spendere circa 50 EUR/pezzo
I lavori di costruzione si riducono a due soli interventi: malta di terra e intonaco:
- Il costo medio della malta per pavimenti è compreso tra 20 e 35 euro mq
- Il costo medio dell’intonaco è compreso tra 20 e 30 euro mq
Realizzazione di finiture e installazioni di sanitari nei bagni: una piastrella semplice e di bassa qualità potrebbe costarti 10 €/mq, ma una buona piastrella difficilmente costerà meno di 25 €/mq, mentre una piastrella di alta qualità può facilmente superare i 50 €/mq.
Lo stesso discorso vale naturalmente per i sanitari, la cui scelta è così vasta per qualità e tipologia che è impossibile darti un prezzo.
Pavimenti e rivestimenti in piastrelle: costi di posa da 30 a 35 euro mq, fornitura dei materiali (materiali di qualità medio/alta) da 20 a 50 euro mq.
Ricorda che nei bagni e nelle cucine i rivestimenti delle pareti non raggiungono quasi mai il soffitto (a meno che tu non abbia particolari esigenze estetiche), ma spesso si fermano all’altezza della porta, che è di 2,1 m.
Per i sanitari il costo dell’installazione è di circa 150/160 euro al pezzo, i sanitari da 150 a 400 euro al pezzo e la rubinetteria da 50 a 150 euro al pezzo.
E per finire la tinteggiatura di cui però non essendo del mestiere non possiamo dirti.
Il costo burocratico è il costo che devi sostenere per presentare il tuo studio di architettura (CILA) e la flessibilità. Solitamente si tratta di semplici spese di segreteria che vanno da 100€ a 200€ (per transazione).
Un importo ragionevole, infine, per il compenso della ditta o del professionista non può essere inferiore a 1.000€ – 1.500€.